martedì 5 giugno 2012

Io sono di Quistello

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Devo dire che mai come questo anno è un continuo di brutte notizie. Mai come questo anno vedo persone a me vicine toccate da disgrazie e brutte malattie.
Quindi ascolto, vedo, capisco, ragiono, penso ... ma mi trovo sempre qui con le mani in mano. Provo a dire una parola di conforto, provo a fare qualcosa di buono e continuo a telefonare a destra e a sinistra per far sentire a chi è dall'altro capo del telefono la mia apprensione provando a strappare un sorriso, una battuta di speranza.
Ecco, ultimamente mi sento molto come mia zia Ilde, preoccupata sempre per tutti e magari lei stessa è quella messa peggio. Al contrario di mia zia, io sto bene però.

Ormai è risaputa la mia provenienza. Sono nata a Quistello, paese della bassa, giusto sul confine con il modenese. Fino a 13 anni abitavo a Nuvolato, (frazione di 600 anime di Quistello), lì ho fatto le scuole elementari, lì andavo a messa (cavoli mi piaceva Walter e solo a messa riuscivo a vederlo) e lì ho dei ricordi bellissimi della mia infanzia. Poi mio papà, dopo tantissimi anni a fare il muratore, vince un concorso per diventare "stradino",  dipendente comunale si dice adesso. Mi ricordo mio papà che provava a studiare un po' per prepararsi, per non arrivare al concorso impreparato. Mio papà che ha fatto la quinta elementare, mio papà che dice che l'unico che ha studiato in famiglia è stato suo fratello perchè aveva fatto la sesta. Dopo due anni del suo nuovo lavoro, si propone per diventare il custode del macello comunale, nessuno voleva fare quel lavoraccio, ma lui ha visto la possibilità di andare a stare in piazza a Quistello. A Nuvolato abitavamo in campagna. Così durante la terza media la mia famiglia si è trasferita a Quistello. Nuovi amici, nuovi interessi .... fino a che è arrivato un treno che sarebbe passato una volta sola: Angelo, mio marito. Dal 2002, all'età di 28 anni mi sono trasferita qui a Casaloldo.

Il legame con i miei due paesi d'origine è fortissimo, là ci sono i miei, ci sono le mie zie, ci sono i miei amici più stretti. Il mio vecchio appartamento, di quando abitavo da sola, è proprio nella zona rossa del centro del paese. Adesso sarei anch'io senza casa.
Ho fatto quello che ho potuto e grazie ai miei nuovi concittadini, siamo andati là da mia mamma e mio papà, dai miei amici e parenti e da chi aveva bisogno.
In questo post voglio ringraziare chi mi ha aiutata, voglio ringraziare chi mi ha supportata e voglio ringraziare chi mi ha sopportata. Ringrazio chi mi ha dato fiducia e chi ci ha creduto. Ringrazio anche chi ha protestato, chi ha storto il naso, chi ha alzato le spalle e se ne è andato via. Ringrazio chi mi ha chiesto, chi mi ha chiamato dopo anni di silenzio, chi si è proposto, chi mi ha aperto le porte e chi mi ha detto di si.

La prima foto non ha bisogno di spiegazioni, credo che nessuno vorrebbe essere al posto di chi dorme là. Le altre fotografie sono state scattate durante la raccolta, la partenza e la consegna dei beni di prima necessità, organizzata qui a Casaloldo destinata a Quistello.

Grazie Carlo.







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